Molto tempo fa ad Anterivo viveva un bambino di nome Balthasar.
Tutti lo chiamavano Balser. Egli era una persona molto allegra, ma
non obbediva molto volentieri. Il suo migliore amico si chiamava
Beppo e con lui Balser stava in giro anche dopo che si era fatto buio.
La mamma lo metteva in guardia dalla cattiva “Sterga Wätscha”
che viveva in una caverna nei pressi del torrente Avisio: ”Lei cattura
i bambini che non rientrano prima dello scoccare dell’Ave Maria, li
mette nella sua gerla e li porta nella sua caverna per arrostirli”. Balser
prometteva di stare attento e di tornare a casa prima la sera, ma non
riusciva mai a mantenere la promessa.
Una sera Balser e Beppo erano come sempre in giro per le strade
quando ad un tratto sentirono un respiro pesante alle loro spalle.
Quando si girarono, l’orribile strega era dietro di loro e voleva catturarli.
Aveva un aspetto ripugnante: aveva una gobba deforme, le gambe
storte, il naso ad aquilino che colava e dalla sua bocca fuoriuscivano
zanne gialle. Beppo riuscì a scappare, ma purtroppo Balser non ebbe
la stessa fortuna e l’orribile strega lo catturò con il suo bastone ricurvo
prendendolo per il collo. La bava e il moccolo della strega colarono
sulla faccia di Balser. La strega lo mise nella gerla per portarlo nella
sua caverna. Sulla via che portava alla caverna, passarono davanti
ad alberi di prugne e alla strega venne voglia di assaggiarle. Ingoio
molte prugne con il nocciolo duro e tagliente e poi proseguì per la sua
strada. Ad un tratto le venne un forte mal di stomaco e un attacco di
dissenteria. Appoggiò la gerla a terra per fare i suoi bisogni e una volta
finito si pulì con l’erba. Improvvisamente la strega si mise a strillare
e a correre perché era finita in mezzo ad un formicaio e le formiche,
entrate sotto la sua gonna, l’avevano morsicata. La strega cercò di
togliere le formiche in tutti i modi. Mentre la strega era occupata con
le formiche, Balser sgattaiolò via piano piano, una volta al sicuro
incominciò a correre come non aveva mai fatto prima. Inciampò
più volte e si fece anche del male, ma continuò a correre e, una volta
arrivato a casa sbarrò la porta.
Da quel giorno non lo si vide più in giro per le strade dopo l’ora
dell’Ave Maria.
Questa leggenda è stata raccontata e disegnata
da Philipp Weber